SAFETY FIRST

Per mare non ci sono taverne, recita un vecchio proverbio.
Ed il mare è indomabile. 
Navigare implica una elevata dose di responsabilità e competenze che non si acquisiscono indossando una cerata oceanica o per aver conseguito la patente nautica.
La mia riflessione vuol essere uno stimolo a riflettere sulla sicurezza durante la navigazione, di qualunque tipo essa sia, naturalmente senza voler essere esaustivo di tutte le precauzioni, attenzioni o casistiche di possibili problemi.
Tralasciando dai commenti la buona norma di avere sempre l’attrezzatura di coperta ed il motore sempre in ordine, la prima cosa è dare attenzione ai dispositivi di sicurezza.
Razzi, fuochi e  fumogeni dovrebbero essere sempre a portata di mano. E soprattutto si deve sapere quale usare a seconda della circostanza, così come quali siano le procedure di utilizzo.
E’ anche importante, quando si ha ospiti in barca dire loro dove poterli trovare in caso di bisogno.
L’altro dispositivo fondamentale in caso di incidente è la zattera di salvataggio, troppo spesso stivata in fondo di un gavone. La zattera, di solito piuttosto pesante, se pur antiestetica ed ingombrante deve essere sempre in una posizione pronta al rapido utilizzo.
Il tema zattera e suo utilizzo, non è cosa banale. Il fatto di possederla (è importante ricordarne le scadenze di revisione) non è esaustivo senza una dovuta formazione o esperienza. Sfortunatamente i costi connessi con la sua apertura, fanno sì che in pochi ne abbiano provato la gestione. Averne pratica nell’apertura e nel suo eventuale ribaltamento non è cosa assolutamente banale, se associata specialmente  ad un momento di stress con condizioni meteo avverse. Consiglio quindi di trovare il modo, privatamente o con dei corsi adeguati, di impararne il corretto uso.
Altro tema importante è quello dei giubbetti salvagente. Tralasciando quelli previsti dalle normative vigenti, trasversalmente riconosciuti come poco efficaci, oggi sul mercato ne esistono di migliori. Mi riferisco a quelli autogonfiabili, che poco ingombrano e che possono essere sempre indossati con semplicità. Quelli di ultima generazione hanno anche numerose attenzioni, come la luce stroboscopica automatica, l’ovvio fischietto ed il cappuccio anti nebulizzazione. Questo particolare cappuccio evita che venga respirata l’acqua nebulizzata, principale causa di annegamento se ci si trova a mollo con vento e onde.
Altro dispositivo di sicurezza è il cimbellone da lancio. Dio non voglia che ci si colpisca un naufrago in testa, a meno che non si voglia dargli il colpo di grazia. Per quanto obbligatorio, ci sono ormai sistemi più efficaci e pratici, la cui descrizione prenderebbe troppo tempo, ma che vi invito ad esplorare.
Particolare attenzione va riposta  nel corretto uso del VHF. Dimenticate i cellulari per una volta. In mare non sempre hanno segnale e non sono affidabili. Il VHF, invece, funziona sempre (o quasi). E’ sempre bene un ripasso sui canali da usare a seconda della circostanza e sulle modalità di utilizzo.
Entrando nel dettaglio, ci sono tantissime altre accortezze da tenere presenti, tuttavia già tenere tenere a mente questi pochi consigli potrebbe risultare estremamente utile.
Noi che portiamo la barca, siamo per definizione “dei fenomeni”, ma se fossimo in capaci di agire, non è certo che chi è con noi sia in grado di svolgere le giuste manovre o procedure. 
Quando abbiamo nuovi amici in barca è sempre meglio, prima di lasciare gli ormeggi, spiegare qualche pratica accortezza, che a prescindere dalla loro esperienza, potrebbe salvarci la vita.
Nel dubbio la primissima cosa da insegnare è come accendere motore, ammainare le vele e mettere la prua al vento.

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